Il
Papiro di Beppe
Caro
Beppe, il bello nel farti il papiro
è poterti tutti insieme prendere in giro.
Tappatevi le orecchie conoscenti e genitori
tutte le sue cassade oggi salteran fuori.
E se qualcuno intravede
un po’ di cattiveria
pensi a questa poesia come a una cosa non seria,
il nostro affetto è qui dimostrato
sotto forma di scherzo un po’ esagerato.
FANCIULLO
Il primo luglio 76 con
grande euforia
dopo Riccardo tutti aspettavano Maria,
subito nacque il primo di due gemelli
poco dopo il suo naso uscì Beppe, tirato per
i 4 capelli.
Per un po’ resto
il dubbio se fosse principessa o principino
finchè non si scoprì il suo corto pisellino.
Già in ritardo Beppe era arrivato
un “tracagnotto” la mamma aveva generato.
Con “la ciuccia
delle pappe buone” il tarzanetto si nutriva
E sempre più “sgoson” di fatto
diveniva;
quando al ristorante un giorno fu portato
la cacca sulla sedia a tutti ha presentato.
Il Puz all’asilo
divenne un artista
ed un pesce di carta fu la sua prima conquista,
per il primo d’aprile lo voleva donare
ma dal tetto del garage cominciò a penzolare.
Mentre con agi e bambagia
lo circondavano i genitori
lui e il fratello dei loro nasi assaggiavano i tesori.
Perché non si perdesse il nostro pollicino
un pezzo di bosco recintarono lì vicino.
Con la Barbie fu subito
amore
la lavava e coccolava a tutte le ore,
con cita la scimmia divenne barbiere
e la sua fronte lo ricorda con dispiacere.
Nei vasetti di nutella
immergeva i cucchiaini
che per far perdere le tracce gettava nei cestini.
Poi a 7 anni il destino gli fece conoscere Federica,
non la morosa attuale, ma la mano amica.
Falegname non era il nostro
Geppetto
ma con le seghe iniziò a produrre a getto.
Per il suo naso pareva pinocchio
un bel destino per il nostro finocchio!
SUPERIORI
Il secondo anno tanto
piacque al nostro fesso
che il bis a gran richiesta gli fu concesso,
fu così che con nuovi compagni d’avventura
la vita cominciò ad essere un po’ meno
dura.
Da quel momento smise
per sempre di studiare
sennò già tempo fa avremmo potuto qui
festeggiare.
del Madagascar a gennaio ci narrava abbronzato
invece a Natale seghe e lampade si era sparato
In ritardo sempre si svegliava
al mattino
e la corriera non aspettava il nostro Beppino,
così vestito per fortuna o per sventura
incalzava il garellone senza paura.
Per vergogna il catorcio
parcheggiava distante
ancor più tardi in classe arrivava ansante,
con le mani rosse di ghiaccio e paralizzate,
e il moccolo che gli scendeva sulle labbra congelate.
Solo nei compiti a copiar
si dava sempre da fare
e un otto e mezzo in pochi minuti riuscì a
rubare,
in matematica il nostro genio pari-pari copiò
e in mezzo all’esercizio l’indicazione
del compagno riportò
La prof Russo gli disse
“Esci anche se non hai studiato,
un quattro è il minimo ed è come un
impreparato”.
Sorridente, illuso ed acclamato si immolò
salvò gli altri ma un bel tre nel culo si beccò.
Dal terzo anno si scatenò
con i brusoni:
a Vicenza, Venezia e sul Summano a gratarse i coioni.
Quando veniva in classe con Sakè ridendo gareggiava
a chi più capelli in mano gli restava.
In classe biglietti mandava
ai sui amici
voti alle compagne dispensavano felici,
per fare una donna ne usavano diciassette
le gambe di una e dell’altra le tette.
Prima dei compiti tutti
a casa sua a “studiare”
a tirar a canestro si facevano gare,
“Se segni ti salvi altrimenti resti inculà”
e poi a fotocopiar bigliettini da suo papà
Sul finir del liceo capo
Security si fece nominare
ma neanche dalle matricole riuscì a farsi rispettare.
Per l’esame di quinta fu l’unico sfigato
a cui una materia abbiano cambiato.
CALCIO
Il nostro Beppe, è
inutile che borbotti,
non a uno dell’Inter somiglia, bensì
a Totti.
Pure nei piedi gli potrebbe somigliare
se il pallone non si mettesse a calciare
Giocava come Gattuso a
far l’incontrista
ma ormai non corre più il nostro interista.
Gli fanno fare il libero negli ultimi mesi
senza capelli somiglia a Franco Baresi.
Ci confidò una
volta il suo ottimismo comico
ma anche nel calcio è in ritardo cronico,
con precisione programmò il suo futuro
“A 32 anni in serie A ci arrivo di sicuro!”
Come possa un bambino,
io non capisco,
seguir fin da piccolo le orme di Prisco.
Una sola volta il suo cuore d’amore si spezzò
quando al Real Ronaldo se ne andò.
Visto che la sua Inter
lo portava quasi a suicidarsi
decise col fantacalcio di provare a consolarsi.
Ma non lo fece a ragion veduta
e se la prese nel culo da Tony e Batistuta.
Il suo gran sogno è
all’Inter un provino
È già tanto non gli facciano la prova
del palloncino.
Comunque un chiodo te lo prestiamo di sicuro
se ti decidi ad attaccar le scarpe al muro.
ASPETTO
Che sia in fondo un bel
toso non si può certo negare
ma in fondo in fondo, dietro il suo naso, si deve
cercare.
Se in basso, invece che dietro, si osserva il pivello
l’è proprio un cesso, compreso il pisello.
Il nostro Beppe di tanta
classe era dotato
anche se nel nasone teneva il dito infilato.
Da tutti si distingueva per l’italiano corretto
ma le cassade più grosse le diceva in dialetto.
Più dei suoi capelli
sono i peli che ha sul petto
per maniglie sui fianchi e casso, sembra un cassetto.
Datemi retta fanciulle di tutto l’universo
oggi è diplomato ma è un caso perso.
SPAGNA
Galeotta la Spagna si
rivelò
in tutti i distributori goldoni cercò.
Una sera con la Fede si improvvisò pornostar,
rimane ancora una lingua sulle riprese del mar.
Per difender l’onore
della sua donna una sera si impegnò
ma solo una gaffe alla fine rimediò.
Scese le scale tutto pronto ad un duello
ma sconfitto tornò dalla principessina sul
pisello.
FESTA
In casa della Sant’Elena
bere era proibito
e il nostro alcolista scappava al bar spedito
Jack-Daniels orgoglioso “a scul“ trangugiava
e il suo fegato a marcire pian piano iniziava.
Con le cagnate un bel
rapporto instaurò
in tutti i dintorni di Schio il nostro eroe vomitò.
A Praga bianco come un morto fu rinvenuto
sulle scale dell’albergo completamente svenuto.
Il suo compleanno era
la sera ideale
per provar a battere un record mondiale:
in meno di un’ora fumò un pacchetto di
sigarette
una alla volta o in un colpo sette.
In giro per jesolo scalzo
camminava
e ubriaco come un coglione ad ogni bar ordinava.
La stessa sera barcollante i boxer non riusciva ad
infilare,
una signorina il suo uccello si trovò ad osservare.
In coppia con Tony al
NordEst una sera è finito
in bagno insieme a cagnar con in gola il suo dito.
La serata al Kubelek diventava leggendaria
per le sue migliaia di cagnate in linea d’aria.
Iniziativa non aveva il
nostro coiòn
senza gli amici non avrebbe usato il gippòn:
la potente Range Rover ben presto diventò la
vettura
con cui il Beppino portava gli amici all’avventura.
Con casse di birra il
bagaglio riempiva,
la musica a palla e mezzo ubriaco partiva.
Memorabili serate ricorderanno al Vinile
tra pogade e coca-Jack vomitava anche bile.
Una sera un’idea
gli balenò improvvisa in testa
“Ciò tusi, stasera ve porto mi a Padova
a far festa!”
“Conosco un bel posto” Beppe proclamava
ma era il suo uccello che chiaramente parlava.
Noi bravi tosati increduli ci siamo fidati
e il nostro amico a troie ci ha portati.
BepiZaupaMode era comunque
recidivo
al famoso Matinè divenne quasi un divo.
A inizio serata agli amici si raccomandò
“Se la tipa mi chiama ditele che non glielo
do.”
Dopo pochi minuti superato l’imbarazzo
dovemmo tenerlo anche per il c…ollo.
Nella sua casa in Gentilata
tesori erano conservati
e in una bella serata Beppe e il bocia si furono amati.
Michael Jackson Beppe adora ma non è,
Il bocia di cui parliamo non è altro che l’arghilè!!
PADOVA –
Collegio
Finalmente il biondo angelo
si diploma
Ed un campanello nella sua testa suona
“se ci è riuscito Riki, ci riesco anch’io
-Papà, vado all’università, è
il mondo mio!-”
Quando in collegio a Padova
arrivò
subito la sua disgrazia confessò
“Interista io sono
e per questo vi chiedo perdono.”
Il primo anno universitario
Beppe poco vide la stanza
visto che per Padova era luogo di vacanza.
La notte per il giorno aveva scambiato
ecco perché a lezione poco era andato.
Difficile era vederlo
alla mattina
ma appena svegliato si toglieva la caccolina
il suo naso famoso è diventato
per tutto il materiale che al collegio ha donato.
Se il presepe a Natale
vuoi fare
In camera di Beppe devi andare,
l’angolo del muschio lui teneva
dove tutto tranne che pulito pareva.
Anche le mutande erano
depositate
con in vista le sue belle sgommate,
e qui ti poniamo una domanda così
cosa facevi col rotolo di carta igienica lì.
In collegio di sicuro
una cosa ha imparato,
non aveva mai in pubblico scorreggiato
gli si diceva “Spingi a più non posso”
lui rispondeva “Ma così mi cago addosso”
Ormai le volte non si
contan più
Di quando gli si chiedeva “ma quanto gheto bevù”
Perché la sua compagnia, cosa assai strana,
Era dedita più alla bottiglia che alla sottana
Nell’estate ’98
a Riccione con Paola e Simo è arrivato
e al grand’Hotel una scarpa ha lanciato
per calciare una bottiglia
ha messo a repentaglio la sua tenera caviglia.
L’Inter durante
gli anni collegiali mai vinse
per questo l’intero collegio a fare un torneo
convinse
vincere avrebbe tanto voluto
ma la sua caviglia non lo ha sostenuto.
All’università
per un fatto divenne lo zimbello
perché in matita fece il suo esame più
bello
Quando col Range a Padova
arrivò
tutti gli amici a Venezia portò
ben in otto sul gippone eravamo
ma lui disse “Tranquilli, andremo piano”.
Però risale di
molto il morale
Se si pensa a quanto è puntuale
La sua amata Federica in stazione tanto lo ha aspettato
Che la volevano assumere alle Ferrovie dello Stato
Il nostro Beppe pare sia
Dotato in quanto a batteria
E che spesso e volentieri l’abbia usata
Per scusarsi dei ritardi con la fidanzata.
Le sue grandi doti di
amatore
Meritano un approfondimento ulteriore
Infatti al look intimo era molto attento
“Oggi si scopa, allora metto i boxer da combattimento!”
Dedito alla femmina quanto
al pallone
Un giorno abbandonò le vesti di beone
E con fare indomito pensò
“Iscrivo una squadra ai Ludi del Bò”
Raccolse le adesioni e
i soldi della cauzione
Che dovevano essere restituiti alla fine della prestazione
Ma quei centomila devono essergli tornati buoni
Per l’acquisto di qualche scatola di goldoni
PADOVA –
Appartamento
Il suo collegio era assai
lontano
e Beppe del bus si era ormai rotto l’ano,
i suoi amici dovettero insistere con costanza
finchè in appartamento a Santa Sofia si prese
una stanza.
I suoi compagni ignari
di quanto fosse tamarro
avevano come sveglia il suono del suo catarro.
Lui fiero mostrava a tutti le sue Zale
in realtà “el ne ga solo roto le bale”.
Così el putelo
cercando perdono
la play agli amici portò loro in dono,
Ne seguirono sfide che portavano a insulti e botte
solo da film indimenticabili a volte interrotte.
Per riprendersi dalle
ennesime paranoie
Portò gli altri allo Zodiaco a troie,
di quella serata non possiamo dimenticare
come Beppe da una vacca se la fece menare.
Ma quella sera non fu del tutto vana
in mensa l’indomani mostrava a tutti come succhiar
la banana.
Poi mentre Tony si stava
preparando ad un importante orale
Beppe entrò in camera per comporre “Temporae
(Spisa ae bae)”.
Non la smise di suonare qua è là
finche la canzone non divenne realtà.
Con Tony e Igor formò
poi un terzetto
e i GEATI tirò fuori dal carretto.
Tra una canzone e l’altra sempre fedele alle
sue cagate
obbligò Vale a mille scopate.
La mattina prima di andare
a lezione
dai cula andava a far colazione
un po’ di più si intratteneva il pivello
e nei pantaloni gli cresceva il pisello.
Soprattutto di quello alto apprezzava la randa
mentre Tony dal sangue gli puliva la branda.
E siccome la scaramanzia
sotto esami lo guidava
la disposizione dei mobili della casa ogni volta cambiava
Sempre aiuto cercava da Tony,
Caro Beppe gli hai rotto i coglioni!!!
Poi quando il sole l’aria
scaldava
in Prato a calcio ci si sfidava
ma non sazi di questo sano agonismo
decisero di cimentarsi anche nell’automobilismo
Tanto gli animi cominciavano
a scaldarsi
che dopo solo due giri dovettero fermarsi:
“Perché tu le regole non le vuoi rispettare
Caro Beppe, va in mona to…” sorella.
Ma alla fine tutti amici
tornavano
e alle Rocce nell’alcol si affogavano,
imbriaghi finivamo così le nostre serate
con Maurizia alla tv che sparava cagate.
Certo che insieme a loro
ti sei proprio divertito
passando serate eccezzie all’infinito.
E ora che ti sei diplomato con grande coraggio
mettiti in culo il diploma ricordando il 5 maggio.
DONNE
Adesso Beppe inizia pure
a tremare
che delle tue fighe cominciamo a parlare,
e puoi pure ritenerti fortunato
se qualche tipa abbiamo scordato.
I gusti di Beppe non son poi così buoni
s’è fatto dei cessi e pure roioni.
A conoscere la sua lingua,
e lo annotiamo in rima,
la compagna Silvia fu sicuramente la prima.
Dopo il primo successo cominciò ad alzar la
cresta
seguì la cugina di Polga a San Vito ad una
festa.
Tutto preso da una smania
malsana
si fece pure Laura, sua compaesana,
ci prese gusto a limonarsi coe ragasse
Daniela si fece, altra compagna di classe.
Su otto compagne quattro
se ne passò di gran carriera
rimane il gran dubbio di Simona la fattucchiera.
E la gran cotta chissà se gli è finalmente
passata
Cristina da Milano tanto è stata amata.
Visto che Fedefiga non
riusciva più ad aspettare
in gita di quarta un po’ si lasciò andare,
oltre a cominciar a vedere tutto offuscato
la Francesca da Santorso si è slinguazzato.
Dalle sue esperienze Egiziane
nacque un feeling particolare
e insieme alla camela passò l’ ultima
gita a limonare
Tornato da Praga, nemmeno vista, disse “Ciò
tosi
lascio la camela perché la ga la mononucleosi”.
Mentre imperversava il
gioco dell’estate
Beppe fece una delle sue ennesime cazzate:
Barbara la rossa anche se era proprio un cesso
si fece per ben due volte il nostro amico fesso.
Sebbene da quella volta
non l’abbia più vista
la Tavola merita un posto in questa lista.
Per la scommessa con gli amici al San Fransis appena
giunti
si fece Daniela per prendere un po’ di punti.
In questo elenco non c’è
solo gentil sesso
femmine o maschi van bene lo stesso,
l’hai fatto per gara e non per diletto
rimani comunque il nostro frocetto.
La nostra bella gara un
bonus speciale prevedeva
quando ci raccontò della tipa del mare, Beppe
sorrideva.
Solo fino a Bergomi era riuscito ad arrivare
chè il suo desiderio non riuscì più
ad arginare.
Per amicizia con Tania
tralasciamo le sue descrizioni
certo le farmacie vendettero un casino di goldoni.
Durante un compito, vistosi in difficoltà e
guardandole le tette:
“Ti voglio bene, sei stupenda, mi passi l’esercizio
sette?”.
Per far contento l’amico
Rizzo da sempre innamorato
la Francesca da Milano con leggerezza si è
limonato.
Per la sua infinita voglia poter soddisfare
una tosa a cui piace il pesce si mise a cercare.
Ma doveva pur aver fine
anche questa bella vita
poco dopo il novantesimo ebbe fine la partita,
e le sue voglie trovarono la morte
dalla Federica nella sua cassaforte.
TEMPORAE (SPISA
AE BAE)
“Seduto da
solo ascolto il temporale
Anche lui mi sta alla larga per non arrivare
Il tempo si accorge di questo mio momento
Il ricordo di te se l’è portato via il
tempo
E poi e poi da un sorriso
Tu crei il mio paradiso.
Rinasco di speranza e mi accorgo
Che il temporale è ormai solo un ricordo”
Ringraziamenti:
Non vedevano l’ora:
Mamma e papà e i “suoceri”
Non gliene poteva fregar di meno: il fratello Riccardo
Ne approfittano per scroccare il rinfresco e per divertirsi
un po’ alle sue spalle:
Elenco persone
Il cancello davanti a casa sua (con l’impronta
della testata)
Lo scooter della famosa fuga
Il marocchino con le sue scarpe
Le uniche compagne salve (Paola, Biotto e Villanova)
(Cantata)
L'ALTRO
PAPIRO...
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